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Come le passioni umane, di cui Shakespeare è interprete e descrittore sommo, il mare è imprevedibile, mutevole, mai si può essere certi di averlo sotto controllo. E, se, nell’opera di Shakespeare, le passioni umane sono dappertutto, egualmente accade, ci racconta questo libro, per il mare. Non c’è Shakespeare senza lessico marinaro. Non c’è Shakespeare senza il mare.
Descrizione
Si è sostenuto da parte di alcuni che William Shakespeare fosse nato in Italia o, almeno, che avesse origini italiane, ma questo è piuttosto comune con i grandi e con i grandissimi, tutti avvolti dal mistero della loro eccellenza e tutti contesi.
Quel che si sa, al di là di ogni ipotesi e di ogni dubbio, è che Shakespeare conosceva bene l’Italia (forse per esperienza diretta, più probabilmente grazie a racconti e a letture), che fa da sfondo a molte delle sue opere più celebri, da Romeo e Giulietta, a I due gentiluomini di Verona, Il mercante di Venezia, La bisbetica domata. L’Italia fa da ambientazione ai drammi storici, è interpretata da alcuni fra i suoi più famosi personaggi, non di rado è addirittura descritta, eppure – fa notare Luigi Giannitrapani nel suo libro – la geografia italiana resta, per Shakespeare, una «geografia poetica». Tanto più evocativa e immaginaria, dunque, che reale.
Prima ancora dei luoghi e delle tradizioni, di italiano, nelle opere di Shakespeare c’è il mare. Dando conto delle intenzioni che lo hanno guidato lungo la scrittura di questo libro, Luigi Giannitrapani, studioso di Shakespeare e ufficiale di Marina, scrive: «il mare è uno degli elementi naturali che Shakespeare adopera più spesso, sia come scenario […] che come allegoria della vita e delle passioni umane».
Come le passioni umane, di cui Shakespeare è interprete e descrittore sommo, il mare è imprevedibile, mutevole, mai si può essere certi di averlo sotto controllo. E, se, nell’opera di Shakespeare, le passioni umane sono dappertutto, egualmente accade, ci racconta questo libro, per il mare. Non c’è Shakespeare senza lessico marinaro. Non c’è Shakespeare senza il mare.
LUIGI GIANNITRAPANI nasce a Trapani e dopo le scuole superiori entra all’Accademia Navale di Livorno, quale Allievo di Stato Maggiore. Durante la sua permanenza in Marina fa parte della squadra di vela agonistica e partecipa a molte regate sia a triangolo che d’altura, culminate con la partecipazione all’allestimento e alla prima regata oceanica di Artica II da Torquay a Lisbona, che vinse nella sua classe.
Lasciata la Marina intraprende la sua attività professionale come dirigente industriale lavorando oltre che in Italia, anche in USA, Francia e Germania, raggiungendo posizioni di vertice in aziende italiane e straniere. Anche in questo periodo della sua vita, Luigi Giannitrapani mantiene la sua passione per il mare e per la vela, continuando a partecipare a regate e a fare numerose crociere con barche di sua proprietà.
Da molti anni studia letteratura inglese, partecipando attivamente a corsi e seminari organizzati dalle Università di Cambridge (UK) e di Oxford. Da alcuni anni tiene dei corsi di Letteratura Inglese presso l’UNITRE di Bogliasco e l’Università Popolare di Genova (UNIAUSER), oltre ad essere invitato a tenere numerose conferenze. Ha pubblicato «Willy ed altri amici» (2006), «Il Romanticismo dopo Auschwitz» (2009), «Il Viaggio dei Romantici alla Ricerca della Felicità» (2014), «Conversazioni Shakespeariane» (2017).