GUD 09 | 01_2024 “Iperumano/HyperHuman” (disp. 10.9.2024)

25,00  Iva inclusa

Trattare di iperumano, così come abbiamo fatto in questo primo numero del 2024 di GUD, curato da Claudia Porfirione, significa gettare lo sguardo in un futuro che sta già accadendo. L’essere umano, inteso nella sua dimensione sia complessiva sia corporale, con gli involucri, le guaine, gli “astucci” in cui essa si esprime, dagli abiti agli ambienti, è oggetto di GUD «Ìperumano/Hyper-Human», che accoglie autori che affrontano, quasi sempre con spiccata vocazione sperimentale, facendosi carico delle incertezze che ogni più estrema novità porta con sé, il tema dell’evoluzione iper-biologica nel suo divenire e nel suo dirompere, perfino nelle direzioni che – magmatiche e incondite, plurali e indifinite, com’è sempre tutto ciò che è troppo nuovo – essa ha appena intrapreso e che si indovina percorrerà.

[Stefano Termanini, direttore responsabile]

Descrizione

Scrive Cartesio nelle sue Meditationes de prima philosophia (1641) che, quando è in salute, il corpo umano è simile a un orologio esatto. Tanto quanto in un orologio le lancette segnano e descrivono incessantemente i minuti e le ore, egualmente, nel corpo umano, ogni organo svolge senza tregua la propria funzione – il cuore batte, lo stomaco digerisce, i polmoni pompano e così via. Cambia la scala, cambia la complessità. Cambia, certo, la presenza di una coscienza – di cui l’essere umano, a differenza di ogni altra macchina, è dotato. Così per Cartesio. Oggi, a distinguere le peculiarità intangibili dell’umano si fa più fatica. Sarà anche più difficile – pare – nel prossimo futuro.

Trattare di iperumano, così come abbiamo fatto in questo primo numero del 2024 di GUD, curato da Claudia Porfirione, significa gettare lo sguardo in un futuro che sta già accadendo. L’essere umano, inteso nella sua dimensione sia complessiva sia corporale, con gli involucri, le guaine, gli “astucci” in cui essa si esprime, dagli abiti agli ambienti, è oggetto di GUD «Ìperumano/Hyper-Human», che accoglie autori che affrontano, quasi sempre con spiccata vocazione sperimentale, facendosi carico delle incertezze che ogni più estrema novità porta con sé, il tema dell’evoluzione iper-biologica nel suo divenire e nel suo dirompere, perfino nelle direzioni che – magmatiche e incondite, plurali e indifinite, com’è sempre tutto ciò che è troppo nuovo – essa ha appena intrapreso e che si indovina percorrerà.

[dalla nota editoriale di Stefano Termanini, direttore responsabile di GUD]

 

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