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Questa storia comincia mezzo secolo fa, in un paese di nome Durazzo, posto nell’ultimo lembo della pianura. Quando questa storia comincia, le colline che da qui in su si increspano e s’infittiscono, tutte verdi ancora, sembrano fatte apposta per metterci sopra le ville e le villette che i nuovi benestanti del prosecco vi faranno ben presto costruire. A nord di Durazzo le Prealpi sono quasi un bastione; vi spuntano, da dietro, le Alpi. L’orizzonte è chiuso. Eppure – scrive l’autore – a Durazzo le montagne erano una volta come le quinte della vita quotidiana. Le guardavi ogni mattina, appena uscito di casa, per immaginarti là in cima, libero da tutto. A sud, verso la pianura, stagnavano le nuvole basse. O la nebbia. A sud, al tempo in cui questa storia comincia, non si guardava mai.
Descrizione
Dopo l’itinerario della memoria di Ùter!, raccolta di parole e di storie, in questo suo secondo libro, a mezzo fra l’autobiografia e il romanzo, Claudio Gava ripercorre incontri e vicende degli anni dell’infanzia e della giovinezza.
La sua prosa è sobria e salda, come il carattere e gli usi della tradizione di cui ci dice: la famiglia, la scuola, la chiesa, l’economia domestica, le amicizie, gli sport. Gli anni che racconta sono gli stessi in cui la società agricola arretra e la società industriale dilaga. Tutto va cambiando e tutto infine cambia, veloce come mai si sarebbe creduto. Non ogni cosa va a posto di ciò che prima era sbagliato, ma il vento del presente spariglia i destini, rilancia le sorti di una generazione nuova e più sana.
Enigmi e miti e le parole con cui ce li siamo raccontati si nascondono dentro di noi, cioè dove è più difficile scovarli e dove restano per sempre un po’ segreti. Claudio Gava si propone di andare a cercarli: a Durazzo, che era il borgo dell’infanzia e che ora è diventato città.
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Claudio Gava, 58 anni, è nato e vive in provincia di Treviso. Lavora a Trento. Ha esordito nel 2022 con Ùter!, pubblicato da Stefano Termanini Editore.