Mercoledì 10 luglio 2024, alle ore 18 al Nuovo Teatrino Ducale Maurizio Gregorini presenta – con un reading d’autore – “A Genova c’è”, Stefano Termanini Editore

Mercoledì 10 luglio 2024, alle ore 18, verrà presentata – in “prima” assoluta – la nuovissima raccolta di poesie di Maurizio Gregorini, «A Genova c’è», Serel – Stefano Termanini Editore. La presentazione avverrà nel Nuovo Teatrino Ducale, spazio progettato da Simone Cantoni, l’artefice della ricostruzione di Palazzo Ducale dopo il drammatico incendio del 1777, e solo recentemente (2022) riaperto nel settotetto settecentesco del Palazzo Ducale di Genova, al di sopra dei celebri Saloni del Maggiore e Minore Consiglio. Dopo il saluto istituzionale, interverrà l’editore Stefano Termanini e Micaela Gregorini canterà una canzone in lingua genovese. La presentazione si svolgerà in forma di reading d’autore, con accompagnamento alla chitarra di Luca Borriello. L’ingresso è gratuito. Data la capienza del Teatrino Ducale, per la migliore organizzazione dell’incontro, si chiede di prenotare al numero di telefono 392.9130126.

«“A Genova c’è” è la mia quinta silloge poetica e finalmente è dedicata alla mia città» dice Maurizio Gregorini, organizzatore di cultura e cultural manager del Comune di Genova. «È una raccolta scritta nell’arco di pochi mesi ed ha, perciò, una forte compattezza e unità. È molto sentita, c’è molto cuore dentro: io amo e odio Genova in maniera parossistica e sanguigna, come tutti i veri genovesi. Genova è una città di grandi contrasti e dialettiche. Dalla dialettica e dai contrasti – lo si dice ed è vero – nasce spesso la scintilla della poesia. La poesia non appartiene a chi la scrive. Arriva a noi, ma prescinde da chi la scrive. Viene da un’altra parte: dall’alto o dal basso, non si sa. Viene per appartenere a tutti. Per questo mi piace dire che “A Genova c’è” l’ho scritto io, ma l’hanno scritto, con me, tutti i genovesi».

Sono ventinove le poesie raccolte nella silloge di Maurizio Gregorini «A Genova c’è», precedute dalla prefazione di Francesco De Nicola. «Nella nuova raccolta di Maurizio Gregorini, con copertina tratta da un quadro della pittrice genovese Carolina Italiani, “A Genova c’è” è una sorta di refrain, di affabile formula iniziale, che si propone quale invito alla lettura e all’esplorazione» dice Stefano Termanini, editore. «Genova ha questa dimensione plurale, che concordi le riconobbero i grandi viaggiatori del passato: da Stendhal a Wagner a Čechov, di cui è celebre l’affermazione secondo cui a Genova, più che altrove, si può trovare l’anima del mondo. A Dickens che diceva di sentirsi attratto perfino dalle pietre di Genova, città in cui restava sempre qualche cosa d’altro e in più, alla cui esplorazione dedicarsi; qualcos’altro da scoprire. Dal mare di Genova a Genova che “si ama da sola”, la nuova raccolta di Maurizio Gregorini offre al lettore uno stupefacente panorama. Che è e che diviene un itinerario di lettura, lungo il quale chi scrive e chi legge condividono una stessa intimità, una complicità con Genova, amata nei suoi alti e bassi, colta nelle sue supreme bellezze, ripresa eppure accarezzata nelle sue trascurate bruttezze».

La «sfida» di «A Genova c’è» di Maurizio Gregorini, scrive Francesco De Nicola, professore presso l’Università di Genova, saggista, presidente del Comitato di Genova della Società Dante Alighieri – «è coraggiosa», data la lunga lista dei «poeti del Novecento che, spesso in versi indimenticabili, hanno raccontato i molteplici aspetti del fascino di Genova: grandi poeti come Dino Campana, Camillo Sbarbaro e Giorgio Caproni, ma anche poeti meno noti e tuttavia non meno dotati come Nicola Ghiglione e Adriano Guerrini». La «sfida» di Maurizio Gregorini, spiega il professor De Nicola, trova una via originale «ispirandosi, come suggerisce il titolo, a quello che “a Genova c’è”: una scorribanda per la città nei luoghi che la caratterizzano nella sua essenza spesso meno nota e lontana da quella delle più consuete forme promozionali, ma non per questo meno significativa e anzi proprio per questo più capace di suscitare inattese curiosità».

Maurizio Gregorini (1959) ha fondato e diretto per 18 anni la Scuola D’Arte Cinematografica di Genova. Ha pubblicato quattro raccolte di poesia, un libro di fotografia e un saggio su Martin Scorsese. Ad oggi ha diretto come regista circa 100 filmati (videoclip, spot, documentari), in veste di sceneggiatore ha scritto le “bibbie” di due fiction TV per Rai e Mediaset e alcuni corti/filmati di videoarte, diretto le esterne di svariati programmi TV nazionali per Mediaset e conseguito alcuni premi in merito. È stato ideatore, curatore e direttore artistico di numerose e importanti mostre d’arte contemporanea, fotografia, cinema e festival di letteratura. Da settembre 2018 è Cultural manager per il Comune di Genova, nel cui ruolo ha curato e organizzato mostre, grandi eventi culturali, gestito politiche culturali complesse e manifestazioni dedicate alla street art.|

Il Nuovo Teatrino Ducale, nel sottotetto settecentesco del Palazzo Ducale, sopra i Saloni dei Consigli, così come costruito da Simone Cantoni nella seconda metà del Settecento e recentemente restaurato dall’arch. Andrea Martinuzzi (2022)