Il sindaco Federico Riboldi ha ringraziato Nicole Freddi, garante per i disabili del Comune, studiosa ed esperta di medicina complementare e aromaterapia, per aver voluto l’incontro e Gigliola Fracchia, assessore alla Cultura, per l’organizzazione. Su pranoterapia e medicine complementari «è bello far luce tramite l’esperienza personale» ha detto il sindaco Riboldi. L’esperienza è una prova «sulla pelle»; è più forte di una, pur forte, testimonianza. Nicole Freddi ha letto un intervento dell’editore Stefano Termanini, a cui non è stato possibile essere presente. «Ciascuno ha fatto la sua parte», ha scritto, nel suo messaggio, Stefano Termanini, «perché questo libro ci fosse e fosse proprio come ora lo vedete, come ora lo vediamo, avendolo fra le mani. Speriamo che voi lettori, che già ci mostrate la vostra benevolenza essendo oggi qui, vogliate fare ora la vostra parte di lettori e leggere il libro, frutto del lavoro di tanti, per dirci poi, come a voi si compete, se abbiamo fatto bene quel che abbiamo fatto. Così speriamo».
L’assessore alla Cultura, Gigliola Fracchia, che ha coordinato l’incontro, ha chiesto a Maria Cicconetti di raccontare la sua storia; di spiegare come tutto sia cominciato, come, cioè, abbia capito di poter essere d’aiuto agli altri, con le sue mani. «La pranoterapia è una cosa invisibile e parlare dell’invisibile non è così semplice. Ma funziona», ha spiegato Maria Cicconetti. Gino A. Torchio, medico-chirurgo, pneumologo, che con Maria Cicconetti, è autore di “Mani che curano”, ha raccontato come si sia avvicinato alla pranoterapia. «Ero scettico – ha detto – ma ero anche curioso. Ero sempre stato curioso; desideroso, cioè, di saperne di più, di capirne di più». Gino Torchio ha seguito per due anni Maria Cicconetti, ha assistito al suo lavoro, ne ha verificato gli esiti. «La cosa principale è provare», ha detto. «Mi sono sottoposto io stesso alle terapie. È una cosa meravigliosa: Maria Cicconetti pone le mani e scopre, prima ancora che tu glielo dici, il punto doloroso». L’assessore Fracchia ha chiesto quale sia (e quale debba essere) il rapporto tra pranoterapeuta e pazienti e Maria Cicconetti e Gino A. Torchio hanno spiegato che disponibilità, ascolto, rispetto sono alla base, sono fondamentali, vengono prima di ogni trattamento. Di ogni “cura”.
Testimoni e protagonisti della pranoterapia e del modo in cui Maria Cicconetti la pratica, Paola Imarisio e Duilio Bertaina hanno contribuito a “Mani che curano” con proprie testimonianze, che hanno ripetuto, durante la presentazione. Paola Imarisio afferma di credere nell’unione di discipline e punti di vista diversi: la medicina occidentale, la medicina orientale, la pranoterapia. «Maria ha il prana nelle mani e nel cuore», conclude. «Il suo motto, che lei ha insegnato a tutti i suoi pazienti, è: non mollare mai». Duilio Bertaina ha ripercorso la sua storia: da paziente di Maria Cicconetti a suo allievo. «Ora sto intraprendendo questo cammino – ha detto – e qualche volta ho già provato a imporre le mani. A breve dovrei finire la mia formazione. Voglio provare. Il mio fine unico è cercare di aiutare le persone».
In conclusione, Nicole Freddi ha formulato un auspicio: «sarebbe bello se nel nostro territorio si collaborasse insieme», sarebbe bello se «un gruppo di persone» riuscissero a unire le forze, «senza fare steccati, barriere». [st | 8.1.2022]