“Genova Infinita” di Roberto Orlando e Stefano Termanini, Stefano Termanini Editore, l’11 luglio 2024, ore 18, a Castello d’Albertis per opera dell’Associazione Amici Castello D’Albertis

Giovedì 11 luglio 2024, alle 18, a Castello d’Albertis (corso Dogali 18), l’Associazione Amici Castello D’Albertis organizza la presentazione del libro «Genova Infinita», fotografie di Roberto Orlando, testi di Stefano Termanini, Stefano Termanini Editore. Introduzione di Maria Camilla De Palma, responsabile del Museo delle Culture del Mondo di Castello d’Albertis, accompagnamento musicale del gruppo Tiroatrè, composto da Franco Boggero, voce, Michele Cogorno, chitarra, Franco Piccolo, fisarmonica. Presenti gli autori. Ingresso libero.

«Abbiamo pensato a una rappresentazione e a un racconto – dice Stefano Termanini – che provasse a descrivere Genova per intero e nella sua varietà. In ogni tempo, Genova ha ricevuto un tributo di ammirazione da parte dei numerosi visitatori stranieri che vi giungevano. Petrarca la disse “Superba”, Balzac ne celebrò la purezza del mare e del cielo, Čechov scrisse che a Genova, più che in ogni altra città, si poteva percepire l’anima del mondo e Dickens annotò: “è un luogo che non si finisce mai di conoscere”. Negli ultimi anni, Genova si è distinta quale meta di turismo culturale. Giornali e giornalisti stranieri l’hanno spesso descritta come la città “da scoprire”. Ed è vero: Genova è da scoprire. Roberto Orlando e io, dopo esserci dati il compito di raccontarla e di percorrerla, da conoscitori e da amanti, l’abbiamo ritrovata uguale e diversa, illimitata nelle sue prospettive, marina e montana, alta e bassa, fedele alla sua storia e desiderosa di futuro. In breve: siamo riusciti a farcene sorprendere. Ci è apparsa “infinita”».

«Genova Infinita», ovvero Genova, intesa come organismo che vive e che cambia. Un volto diverso il giorno e la notte, un volto per l’inverno e uno per l’estate. «Genova Infinita» è un libro-viaggio, che si propone di accompagnare il lettore, con parole e immagini, attraverso una serie di capitoli che della città vorrebbero mettere in luce aspetti – mare e montagne, palazzi e chiese, musei e monumenti, botteghe e mercati, salite e discese, strade, vicoli e piazze – e tempi. Il racconto di Roberto Orlando e Stefano Termanini si sofferma sulle collezioni museali, sui palazzi e le chiese, sulle botteghe storiche. La tradizione, a Genova, è una forza che sospinge e che trattiene, in cui ovunque si inciampa. Genova riesce a manifestarsi in uno stesso momento città di ieri e città di oggi.

«Il libro – dice Roberto Orlando – è il risultato di una ricerca durata alcuni anni che mi ha portato alla riscoperta della città e in alcuni casi alla scoperta, per la prima volta, di alcune sue peculiarità nascoste, almeno in apparenza: perché a guardare con più attenzione, e con i tempi di “lettura” che richiede una città così complessa, le sorprese possono essere davvero tante, anche per chi come me pensava di conoscere Genova come le sue tasche».

Alla presentazione del volume si unirà l’accompagnamento musicale del gruppo Tiroatrè, composto da Franco Boggero (voce), Michele Cogorno (chitarra), Franco Piccolo (fisarmonica). Franco Boggero è attivo come cantautore dal 1997. Con il suo primo cd, Lo so che non c’entra niente (2009), è stato finalista al Premio Tenco. Recentemente ha fondato un trio, il “Tiroatrè”, insieme a Michele Cogorno, eclettico chitarrista, già allievo di Beppe Gambetta, apprezzato per la tecnica del finger picking; e a Franco Piccolo, fisarmonicista di vastissima esperienza, anche d’ambito teatrale in lavori di Franco Enriquez, Luigi Squarzina e Tonino Conte.|

Donatella Mascia presenta “Sadia. Storia di una donna”, Stefano Termanini Editore, Acqui Terme, 6 luglio 2024, ore 18, sala conferenze ex Kaimano

Sabato 6 luglio 2024, alle ore 18, ad Acqui Terme, presso la Sala conferenze ex Kaimano, si terrà la presentazione del romanzo biografico «Sadia. Storia di una donna» di Donatella Mascia, Stefano Termanini Editore. Interverranno, dopo il saluto istituzionale di Matteo Ravera, consigliere delegato alla Biblioteca Civica del Comune di Acqui Terme, Carlo Prosperi e Carlo Sburlati, cui verrà affidata la presentazione del libro, quindi Donatella Mascia, autrice, e Stefano Termanini, editore. Sarà presente Sadia Sharmin Rita, personaggio e protagonista, la cui vita è oggetto della narrazione del libro, che porterà, dalla sua vera e viva voce, la sua testimonianza di donna che è riuscita a sottrarsi a un destino di violenza e umiliazione.

«Sadia – dice Stefano Termanini, editore – è, al tempo stesso, la protagonista del più recente libro di Donatella Mascia e la summa di tutte le donne, anzi di tutti gli esseri umani, che un inspiegabile omaggio a vecchi riti e tradizioni condanna a subire umiliazioni e sofferenze. Appena più che bambina, Sadia, ragazza del Bangladesh, è costretta dalla famiglia a legarsi in matrimonio a un uomo ignorante e violento, che lei detesta. Per liberarsi e trovare la sua strada, per riappropriarsi della sua vita, Sadia prima fugge, poi chiede aiuto alle istituzioni italiane. È l’Italia, che in questo libro fa un’ottima figura, a darle consapevolezza delle sue possibilità, a offrirle lingua e cultura, protezione e un nuovo futuro. Sadia sarà libera di costruirlo come si sente e secondo i suoi desideri».

Presentato per la prima volta l’11 maggio scorso, al Salone Internazionale del Libro di Torino, il romanzo di Donatella Mascia nasce e germoglia da una storia vera. Donatella Mascia e Sadia ci dicono, per mezzo di questo libro, che può capitare di dover combattere per tornare padroni del proprio destino. Ma che si può avere la meglio. «Se ce l’ho fatta io – dice Sadia Sharmin Rita –, possono farcela anche altre donne come me».

Dice Donatella Mascia: «Alcuni lettori mi hanno chiesto: “perché questo romanzo?”. Ci sono molte ragioni, rispondo io. Ho voluto dare un messaggio di speranza. Questo è il mio primo obiettivo. Dinanzi ai fatti di cronaca di cui ogni giorno leggiamo, fatti drammatici, spesso cruenti, la storia di Sadia è storia a lieto fine: Sadia, come abbiamo detto, “ce la fa”. Voglio dire, però, che il primo impulso a scrivere il libro mi è venuto dal cuore. È Sadia che mi ha ispirata. Sadia è giovane, minuta, delicata, ma la sua forza interiore ti avvolge e ti travolge. La conosci e non puoi tacere, devi dire tutto, devi essere impietoso, perché non c’è più spazio per la reticenza».

«Sadia» è un libro scritto con uno stile che taglia come un coltello, che è tutta azione e forza, pathos e valori, fatti che accadono e invito, per il lettore, alla riflessione e alla consapevolezza – a saperne di più, per impedire che accadano fatti ingiusti, ad agire per un mondo in cui la speranza di un destino migliore sia a tutti accessibile. «Sadia, attraverso la sua storia, vuole dire grazie a tutti coloro che l’hanno aiutata» conclude Donatella Mascia. «Noi vogliamo dire grazie con lei. Tutti insieme. Vogliamo gridare “grazie”, con Sadia, tutti in coro. E fare la nostra parte perché storie come la sua non debbano verificarsi mai più».|

Mercoledì 10 luglio 2024, alle ore 18 al Nuovo Teatrino Ducale Maurizio Gregorini presenta – con un reading d’autore – “A Genova c’è”, Stefano Termanini Editore

Mercoledì 10 luglio 2024, alle ore 18, verrà presentata – in “prima” assoluta – la nuovissima raccolta di poesie di Maurizio Gregorini, «A Genova c’è», Serel – Stefano Termanini Editore. La presentazione avverrà nel Nuovo Teatrino Ducale, spazio progettato da Simone Cantoni, l’artefice della ricostruzione di Palazzo Ducale dopo il drammatico incendio del 1777, e solo recentemente (2022) riaperto nel settotetto settecentesco del Palazzo Ducale di Genova, al di sopra dei celebri Saloni del Maggiore e Minore Consiglio. Dopo il saluto istituzionale, interverrà l’editore Stefano Termanini e Micaela Gregorini canterà una canzone in lingua genovese. La presentazione si svolgerà in forma di reading d’autore, con accompagnamento alla chitarra di Luca Borriello. L’ingresso è gratuito. Data la capienza del Teatrino Ducale, per la migliore organizzazione dell’incontro, si chiede di prenotare al numero di telefono 392.9130126.

«“A Genova c’è” è la mia quinta silloge poetica e finalmente è dedicata alla mia città» dice Maurizio Gregorini, organizzatore di cultura e cultural manager del Comune di Genova. «È una raccolta scritta nell’arco di pochi mesi ed ha, perciò, una forte compattezza e unità. È molto sentita, c’è molto cuore dentro: io amo e odio Genova in maniera parossistica e sanguigna, come tutti i veri genovesi. Genova è una città di grandi contrasti e dialettiche. Dalla dialettica e dai contrasti – lo si dice ed è vero – nasce spesso la scintilla della poesia. La poesia non appartiene a chi la scrive. Arriva a noi, ma prescinde da chi la scrive. Viene da un’altra parte: dall’alto o dal basso, non si sa. Viene per appartenere a tutti. Per questo mi piace dire che “A Genova c’è” l’ho scritto io, ma l’hanno scritto, con me, tutti i genovesi».

Sono ventinove le poesie raccolte nella silloge di Maurizio Gregorini «A Genova c’è», precedute dalla prefazione di Francesco De Nicola. «Nella nuova raccolta di Maurizio Gregorini, con copertina tratta da un quadro della pittrice genovese Carolina Italiani, “A Genova c’è” è una sorta di refrain, di affabile formula iniziale, che si propone quale invito alla lettura e all’esplorazione» dice Stefano Termanini, editore. «Genova ha questa dimensione plurale, che concordi le riconobbero i grandi viaggiatori del passato: da Stendhal a Wagner a Čechov, di cui è celebre l’affermazione secondo cui a Genova, più che altrove, si può trovare l’anima del mondo. A Dickens che diceva di sentirsi attratto perfino dalle pietre di Genova, città in cui restava sempre qualche cosa d’altro e in più, alla cui esplorazione dedicarsi; qualcos’altro da scoprire. Dal mare di Genova a Genova che “si ama da sola”, la nuova raccolta di Maurizio Gregorini offre al lettore uno stupefacente panorama. Che è e che diviene un itinerario di lettura, lungo il quale chi scrive e chi legge condividono una stessa intimità, una complicità con Genova, amata nei suoi alti e bassi, colta nelle sue supreme bellezze, ripresa eppure accarezzata nelle sue trascurate bruttezze».

La «sfida» di «A Genova c’è» di Maurizio Gregorini, scrive Francesco De Nicola, professore presso l’Università di Genova, saggista, presidente del Comitato di Genova della Società Dante Alighieri – «è coraggiosa», data la lunga lista dei «poeti del Novecento che, spesso in versi indimenticabili, hanno raccontato i molteplici aspetti del fascino di Genova: grandi poeti come Dino Campana, Camillo Sbarbaro e Giorgio Caproni, ma anche poeti meno noti e tuttavia non meno dotati come Nicola Ghiglione e Adriano Guerrini». La «sfida» di Maurizio Gregorini, spiega il professor De Nicola, trova una via originale «ispirandosi, come suggerisce il titolo, a quello che “a Genova c’è”: una scorribanda per la città nei luoghi che la caratterizzano nella sua essenza spesso meno nota e lontana da quella delle più consuete forme promozionali, ma non per questo meno significativa e anzi proprio per questo più capace di suscitare inattese curiosità».

Maurizio Gregorini (1959) ha fondato e diretto per 18 anni la Scuola D’Arte Cinematografica di Genova. Ha pubblicato quattro raccolte di poesia, un libro di fotografia e un saggio su Martin Scorsese. Ad oggi ha diretto come regista circa 100 filmati (videoclip, spot, documentari), in veste di sceneggiatore ha scritto le “bibbie” di due fiction TV per Rai e Mediaset e alcuni corti/filmati di videoarte, diretto le esterne di svariati programmi TV nazionali per Mediaset e conseguito alcuni premi in merito. È stato ideatore, curatore e direttore artistico di numerose e importanti mostre d’arte contemporanea, fotografia, cinema e festival di letteratura. Da settembre 2018 è Cultural manager per il Comune di Genova, nel cui ruolo ha curato e organizzato mostre, grandi eventi culturali, gestito politiche culturali complesse e manifestazioni dedicate alla street art.|

Il Nuovo Teatrino Ducale, nel sottotetto settecentesco del Palazzo Ducale, sopra i Saloni dei Consigli, così come costruito da Simone Cantoni nella seconda metà del Settecento e recentemente restaurato dall’arch. Andrea Martinuzzi (2022)