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Spiega Angela Zinno, dottore di ricerca in Digital Humanities – Arte, Spettacolo e Tecnologie Multimediali, in quale modo, grazie all’utilizzo di nuove tecniche (e tecnologie), le parole divengono oggetti performanti che «creano» scrittura. In altri termini, non sono agite in funzione della rappresentazione del testo drammatico, ma divengono elemento costitutivo della nuova drammaturgia, il mezzo del testo spettacolare.
Con interviste-conversazioni con: Luigi De Angelis, Andrea De Rosa, Marco Donnarumma, Roberto Latini, Roberto Paci Dalò.
Descrizione
Dopo la nascita e il progressivo radicamento dei sistemi e delle tecnologie di amplificazione della voce (cattura, manipolazione e riproduzione) e delle loro dirette applicazioni in materia di sperimentazione vocale e performativa, si aprono evidentemente nuove traiettorie, tutte parallele e conformi nella direzione, ossia dirette al disvelamento di una ulteriore drammaturgia scenica, un auspicabile nuovo codice: la voce amplificata. Grazie all’utilizzo di queste tecniche (e tecnologie), le parole divengono oggetti performanti che «creano» scrittura. In altri termini, non sono agite in funzione della rappresentazione del testo drammatico, ma divengono elemento costitutivo della nuova drammaturgia, il mezzo del testo spettacolare.
Ma come e quanto questo mezzo viene oggi considerato un codice univoco soggetto a grammatica produttrice di senso e quindi intelligibile?
La voce amplificata è un fenomeno largo, ampio, dai margini densi di cui rimane fondamentale comprendere la natura; è un processo in divenire, indagabile attraverso la conoscenza profonda di ogni aspetto ad essa intrinseco o tangente, sia tecnico che simbolico, nella misura della prassi performativa.
Dinamiche digitali di manipolazione ed elaborazione della voce, microfoni, sistemi di diffusione del suono, tecniche di spazializzazione e ancora oltre: la creazione virtuale di spazio sonoro. Questi i codici nuovi che si offrono all’espressione verbale e che si fanno texture drammaturgica rendendo la voce s-oggetto performante. Questi i codici qui oggetto di indagine, attraverso cui la voce esprime la scena, prima di quanto ogni parola significhi, nella più semplice accezione, appunto, di voler dire.
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Angela Zinno è Dottore di Ricerca in Digital Humanities – Arte, Spettacolo e Tecnologie Multimediali; nel 2023 consegue l’Abilitazione Scientifica Nazionale a Professore Universitario di Seconda Fascia 10/PEMM 01 – Arti performative, musicali, cinematografiche e mediali. È Direttore Artistico e Coordinatore delle Attività del Centro Interdipartimentale il Falcone – Teatro Universitario di Genova e Docente e Regista del Laboratorio Teatrale Permanente; dal 2024 è Funzionario dell’Università di Genova afferente al Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichistica, Arti e Spettacolo. È Professore a contratto PEMM 01/A per le cattedre di Storia e Pratiche della Regia Teatrale e Visualizzazione dello Spazio Scenico; nel 2019 si aggiudica il Premio Tragos per il Teatro e la Drammaturgia – Piccolo Teatro di Milano e nel 2024 il Premio Miglior Tesi Dottorale in Digital Humanities – Scuola di Scienze Umanistiche UniGe.
Informazioni aggiuntive
Peso | 0,4 kg |
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Dimensioni | 24 × 17 × 0,8 cm |