Massimo Sorci, “Ottomila dal divano”, Serel International | Stefano Termanini Editore (ISBN 9788889401-750) | disp. dal 20.12.2024

18,00  Iva inclusa

Una lunga marcia romanzata che è un pretesto per una sana manutenzione dell’umore quotidiano. Un viaggio vero – però – e non soltanto un’appassionata simulazione, iniziata con una scommessa minimale e terminata con un esito sorprendente: la scoperta che non serve fabbricare continuamente orizzonti, che il tempo e lo spazio si possono dilatare e che esiste una forma di Paradiso anche in terra.

A patto di svuotarsi un po’.

Categoria:

Descrizione

Una sera di gennaio, un uomo di mezza età con qualche sogno incartapecorito nel cassetto, progetta – seduto sul divano di casa – di conquistare tutti gli Ottomila, trasformandosi in alpinista di risulta. La sua intenzione è salire in un anno solare un totale di 116mila metri mettendo in fila le quattordici vette più alte della terra, dall’Everest allo Shisha Pangma, rosicchiando tempo agli impegni familiari e al lavoro.
Inizia così una serie di ripetute scorribande, anche notturne, tra le alture di Liguria e Umbria – suoi luoghi di vita e di origine – con qualche puntatina sulle Alpi e su alcune “cime del cuore” nell’Appennino marchigiano e abruzzese.
Il monte Fasce, un Ottocento sopra Genova, diventa un fantasmatico Nanga Parbat con tanto di parete Rupal, mentre il K2 assume le sembianze di Torre Maggiore, una montagna dei Martani, dalle parti di Terni. E poi ci sono il Gran Sasso d’Italia aka Everest, lo Chaberton in Val Susa, i sentieri della Val d’Aveto, il promontorio di Portofino in un pot-pourri in bilico tra realtà e fantasia.
Una lunga marcia romanzata che è un pretesto per una sana manutenzione dell’umore quotidiano. Un viaggio vero – però – e non soltanto un’appassionata simulazione, iniziata con una scommessa minimale e terminata con un esito sorprendente: la scoperta che non serve fabbricare continuamente orizzonti, che il tempo e lo spazio si possono dilatare e che esiste una forma di Paradiso anche in terra. A patto di svuotarsi un po’.

 

Massimo Sorci, giornalista, vive da trent’anni a Genova. Ha una moglie, due figli e lavora come addetto stampa a Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura.
Se gli capitasse di rinascere gli piacerebbe essere sir Ernest Shackleton, ma – nel frattempo – si accontenta di esplorare territori molto meno impegnativi tra Appennini e Alpi.
Una parte di questi – non tutti – sono finiti in Ottomila dal divano.

 

Ti potrebbe interessare…