Maria Cicconetti, “Attimi in cui conobbi il cielo”, Serel-Stefano Termanini Editore (ISBN 9788889401-743)

15,00  Iva inclusa

“Saper vivere la bellezza del mondo – ciò a cui Maria Cicconetti ci invita in Attimi in cui conobbi il cielo – non è traguardo di poco conto. Né lo è potersi considerare “pronti” – come anche ci dice – a viverla. Siamo distratti. Mille intenzioni, obiettivi, innumerevoli possibilità, che si intrecciano, si confondono; la tecnologia, che ci mette a disposizione, più spesso lusingandoci di possibilità irrisolte e appena qualche volta per davvero, nuovi occhi per vedere più lontano e orecchie più sensibili. Il mondo che si dispiega nella sua spersonalizzante vastità, il mondo totale alla portata delle nostre dita che ci ha resi più duri, impermeabili alla meraviglia, rimpiccioliti e ottusi. La tecnologia parla per noi, ci rende prossimo ciò che era oscuro, ci sostituisce nel formulare risposte intelligenti. La bellezza che sorprende, che lascia in sospeso; e, quasi più della bellezza in sé, lo stupore della bellezza, da cui abbiamo tratto consolazione, di cui ci siamo appagati. Tutto questo resta sul fondale della nostra vita, della riflessione a cui le poesie di Maria Cicconetti ci conducono, della sua e nostra sensibilità” [dall’introduzione di Stefano Termanini]

Descrizione

Una silloge di poesie in quattro momenti: Intransitivo, Transitivo, Riflessivo, Definizioni.

Con introduzione di Stefano Termanini, prefazione di Gino Angelo Torchio, nota di lettura di Piero Cognasso.

“Che fare dell’ingiusto dolore, infinita piaga dell’umanità, problema esistenziale, dubbio teologico? Vale la pena sforzarlo per vincerlo, se mai se ne abbia la forza, oppure conviene metterselo dietro le spalle e dimenticarlo, nel recupero di una galleggiante incoscienza? O forse è meglio provare – quando si possa – a farne un patrimonio che non sia nostro soltanto e che, per questo stesso, a noi come epitome dei tutti, ridia il significato che potremmo perdere? Maria Cicconetti, se pure «il tempo d’esser bambini / è finito» (Mille colori), dipinge «nei sogni» (lo fa, magari, con le grande campiture di un Henri Rousseau, le “Douanier”), sceglie di non perdersi nel dolore”.

Informazioni aggiuntive

Peso 0,3 kg

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