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«Sento il dovere di raccontare il mio lavoro di antropopranoterapeuta e i risultati che in questi anni ho potuto ottenere», spiega Maria Cicconetti, che pubblica “Mani che curano” a due anni dall’uscita del suo romanzo autobiografico “La foto che non c’è” (Serel International, 2018). «Provo gratitudine verso chi ha creduto e crede nel mio lavoro, i tanti miei pazienti, gli amici medici». Maria Cicconetti ha lavorato a quattro mani con Gino A. Torchio, medico scrittore. «Per scrivere questo libro – aggiunge Maria Cicconetti – ho chiesto aiuto a un amico fidato. Gino A. Torchio è medico di medicina “ufficiale”, quindi la persona più idonea a giudicare seriamente e professionalmente le emozioni che nel libro ho provato a presentare al lettore. La gioia che la pranoterapia mi ha dato e che tuttora mi dà è difficile da spiegare».
Maria Cicconetti vive a Chivasso (To), è antropopranoterapeuta. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo romanzo autobiografico La foto che non c’è (Serel Internatonal – Stefano Termanini Editore) che ha avuto modo di presentare, raccontando la propria storia, decine di volte in biblioteche e librerie, associazioni e circoli culturali, palazzi comunali e scuole.
Spiegando le ragioni per cui ha cominciato a scrivere e gli obiettivi che si è proposta, Maria Cicconetti, introdotta da Gino A. Torchio, ha avuto occasione di parlare della pranoterapia e del rapporto che la lega ai suoi pazienti. È così che è nata l’idea di scrivere questo libro e di farlo a quattro mani, proprio con Gino A. Torchio, medico-scrittore.
Portando i propri scritti e la propria esperienza, Maria Cicconetti ha partecipato a numerosi incontri a Chivasso, Torino, Castagneto Po, Verolengo, Castelrosso, Settimo Torinese, Saluggia, Bardonecchia, Cabella Ligure, Cigliano, Ivrea, Casale Monferrato, Novi Ligure, Sanremo, Arenzano, Milano e a importanti premi.
Gino A. Torchio vive a Chivasso (To) con la famiglia. È medico chirurgo e pneumologo. Ha lavorato presso l’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano (To) e l’Ospedale Civico di Chivasso (To). Dal 1988 al 2017 ha svolto l’attività di medico di famiglia.
È autore di numerosi libri, tra cui i romanzi Società di Strada (Get 1999), Lucento (Get 2000), Rosa Corallo (Get 2002), La Casa del Generale (Get 2003), Vilma Bluder (2018), Il violino dell’Eden (2019) e le raccolte di racconti Con i nostri occhi (2006, con altri autori) e Oltre i Limiti (2011).
Dal 1984 è Socio dell’Associazione Medici Scrittori Italiani (A.M.S.I), di cui è tesoriere, e dell’U.M.E.M (Union Mondiale des Écrivains Médécins).
Collabora con l’associazione GoArt-Factory ed è membro dell’associazione Arte e Cultura, presso cui presenta liriche e pubblicazioni letterarie.
Animato da una inesausta curiosità e affascinato dalla ricerca, negli ultimi due anni ha affiancato Maria Cicconetti per meglio capire potenzialità e effetti della pranoterapia. Da questa esperienza sono nate l’idea e la volontà di scrivere con lei questo libro.
Con Serel International – Stefano termanini Editore ha recentemente pubblicato il libro-racconto sul tema della scuola in tempo di pandemie Generazione covid.
Descrizione
Mani che curano. La pranoterapia nella mia vita, di Maria Cicconetti e Gino A. Torchio, si propone di suggerire, di far riflettere e, raccontando un’esperienza che coincide con una persona – Maria Cicconetti – e con le molte persone, moltissime ormai, che Maria ha incontrato e aiutato, vorrebbe farci ricordare che ci sono cose che si vedono e che si toccano e altre che non si vedono e non si toccano.
Queste ultime, anche se non cadono nel regime dei nostri sensi, sono spesso più importanti delle altre.
Si chiamano – per esempio – amore e amicizia, forza d’animo, positività, coraggio, fiducia, intelligenza, sapere, pensiero… e, se per alcune gli uomini hanno fatto, specie negli ultimi secoli, una varietà di prove di tassonomia e misurazione, per altre pare non esserci nessuna possibilità di riuscire a metterle in provetta e renderle, di per sé, meno invisibili.
L’esperienza di Maria Cicconetti – le storie che in questo libro sono state raccolte – ci dicono che niente è troppo arduo per rinunciare e che nessuna malattia è troppo grave per disperare.