Venerdì 24 maggio 2019, alle ore 17, presso la sede della Società Ligure di Storia Patria, nel Palazzo Ducale di Genova (cortile minore), A Compagna organizza la presentazione del libro di Paolo Tachella, L’Albergo dei Poveri di Genova. Vita quotidiana, continuità e cambiamento di un’“azienda benefica” tra Sette e Novecento, Stefano Termanini Editore (ISBN 9788895472584), pp. 352, euro 20.
Interverrà, dopo il saluto e l’introduzione di Francesco Pittaluga, console de A Compagna, Paolo Tachella, storico economico e autore del libro, che dialogherà con Stefano Termanini, editore. Nel corso della presentazione interverrà anche il gruppo “I Venerdì da Compagna”, coordinato da Francesco Pittaluga, con Eolo Allegri, Isabella Descalzo e Luigi Lanzone.
Per scrivere questo libro, l’Autore ha lavorato su una numerosa e consistente varietà di fonti archivistiche e bibliografiche, alle quali ha sapientemente attinto per restituire e interpretare le scelte strategiche degli amministratori, le politiche di gestione e accettazione, l’andamento degli utili dell’Albergo, il lavoro delle manifatture interne all’Albergo e i ritmi della vita quotidiana, ivi compresi i “regolamenti” interni che prescrivevano per i ricoverati i tempi del lavoro, quelli della preghiera, quelli, non frequenti, dello svago.
Il libro indugia sul racconto della vita quotidiana nell’Albergo, di cui – tra continuità e cambiamento – descrive i ritmi e spiega, scendendo nel dettaglio delle abitudini e delle regole vigenti tra i ricoverati, come vestissero e che cosa mangiassero, quanto si lavassero, come trascorressero il proprio tempo.
La storia dell’Albergo – storia di carità e di lavoro – è stata per troppo tempo poco nota. Poco noti erano anche, prima dello studio di Paolo Tachella, i rapporti fra l’Albergo e la città. Il libro li descrive e li spiega, ma si concentra anche sul funzionamento delle interne manifatture e sulla gestione del vastissimo patrimonio immobiliare dell’Albergo. Questo patrimonio fu la vera risorsa cui attingere quando, tra Otto e Novecento, le manifatture divennero improduttive e si decise di liquidarle.
L’Albergo dei Poveri emerge, dall’approfondito studio di Paolo Tachella, con il profilo di una grande impresa not for profit nella difficile congerie delle opere pie, a cavallo dell’Unità nazionale e oltre: un’impresa che, pur offrendo livelli di sussistenza spesso minimi ai suoi ospiti fu uno strumento anticiclico per le vite di molte e fu – esempio raro nel XIX secolo – un’opera pia che spendeva più per assistere i poveri che per la propria amministrazione interna./