Celebrando i 400 (+1) anni trascorsi dalla pubblicazione del First Folio a Genova, città Capitale Italiana del Libro 2023.
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Gli incontri del ciclo “400 volte (+1) Shakespeare”, ideato e organizzato da Stefano Termanini Editore con il Museo Biblioteca dell’Attore di Genova, in colaborazione con la Biblioteca Universitaria di Padova, si propongono di introdurre alla lettura/rilettura dell’opera di Shakespeare; di migliorare la comprensione della sua “geografia” e delle sue fonti, di apprendere e far comprendere, attraverso il rilievo della presenza del mare e dell’astronomia nell’opera di Shakespeare, quale fosse la misura dell’“italianità” di Shakespeare.
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Comincia giovedì 2 maggio 2024, alle ore 17,30, presso il Museo Biblioteca dell’Attore, il ciclo di cinque incontri «400 volte (+1) Shakespeare», ideato e organizzato da Stefano Termanini Editore e dal Museo Biblioteca dell’Attore, in collaborazione con la Biblioteca Universitaria di Padova. Il ciclo, che si richiama al quattrocentesimo anniversario della stampa del First Folio (1623), la prima edizione delle opere di Shakespeare, inizia con una lezione-conversazione con Lavinia Prosdocimi, già responsabile della Sezione manoscritti e libri rari della Biblioteca Universitaria di Padova, ove si conserva la sola copia del First Folio presente in Italia.
Era il 1623 quando John Heminges e Henry Condell, attori della compagnia di cui William Shakespeare era impresario, regista e autore, curarono la prima edizione delle «Comedies, histories, & tragedies», stampata presso Edward Blount e Isaac Jaggard: il “First Folio”. Da allora sono passati 401 anni.
«Il titolo del ciclo – spiega Stefano Termanini, editore, ideatore e organizzatore del ciclo, con il Museo Biblioteca dell’Attore di Genova – prende spunto dai 401 anni trascorsi da quando due amici e sodali di Shakespeare, Heminges e Condell, consegnando alle stampe e quindi ai posteri il corpus shakespeariano, lo salvarono dal rischio della dispersione. Delle 36 opere di Shakespeare comprese nel First Folio, 18 furono stampate allora per la prima volta. Ci è parso importante che anche a Genova questo straordinario anniversario fosse celebrato, sia per il suo ruolo di Capitale Italiana del Libro 2023 sia per i legami e gli intrecci che saldano Genova e Shakespeare al mare».
Il First Folio fu stampato in circa 750 copie, di cui soltanto 233 sono sopravvissute. In Italia se ne conserva una copia soltanto, presso la Biblioteca Universitaria di Padova. Usato come prompt-book da una compagnia teatrale, il First Folio padovano ha una propria storia, che si lega ai commerci e agli scambi culturali che ponevano Venezia e la sua Terraferma al centro del mondo. Del First Folio padovano, della sua storia e delle sue caratteristiche peculiari, riferirà, nel primo incontro del ciclo «400 volte (+1) Shakespeare» Lavinia Prosdocimi, già della Sezione manoscritti e libri rari della Biblioteca Universitaria di Padova, il 2 maggio prossimo, alle ore 17,30, presso il Museo Biblioteca dell’Attore di Genova. Interverranno Eugenio Pallestrini, presidente Museo Biblioteca dell’Attore, Luigi Giannitrapani, autore del recentissimo volume «Shakespeare e il richiamo del mare», Stefano Termanini, editore.
Seguiranno gli incontri del 5 giugno, con Pierangelo Campodonico, direttore del MuMA, Museo del Mare di Genova, che parlerà su «Shakespeare e l’alba del dominio inglese sui mari» e Luigi Giannitrapani, che racconterà del legame, sia metaforico che narrativo, di Shakespeare con il mare e del 26 settembre, su «Shakespeare e l’Italia», con Mauro Canova, Roberto Trovato e Luigi Giannitrapani. Due altri incontri, infine, il 10 e il 23 ottobre, saranno dedicati a «Il mare nell’opera di Shakespeare», relatori Mauro Canova, Roberto Trovato e Luigi Giannitrapani, e offriranno occasioni di misurarsi direttamente con i testi di Shakespeare, di cui si presenteranno letture guidate.
Il mare, ha spiegato Luigi Giannitrapani nel suo libro, è per Shakespeare, uno dei “luoghi” in cui si esprimono l’imprevedibile e l’avventura. È, d’altra parte, la più suggestiva metafora con cui rappresentare la mutevolezza dell’animo umano.
Una cuorisità relativa al “First Folio” e al suo mito.
Il primo documentato compratore dell’opera fu sir Edward Daring, che acquistò due copie del First Folio il 5 dicembre 1623 per una sterlina ciascuna, annotandone la spesa – secondo sua abitudine – nel suo diario. Alcuni anni più tardi, sir John Suckling, poeta e uomo d’armi inglese molto vicino alla corte, si fece ritrarre (1638 ca) da Anton Van Dyck (il suo ritratto è a New York, presso la Frick Collection: https://collections.frick.org/miradorviewer/Objects/160?json=f796976e-ad12-11eb-8e44-5d92d60542b9), con il First Folio aperto su «Hamleth». Evidentemente il First Folio era già divenuto un “simbolo” di status sociale ed economico e più ancora culturale: un “cultural symbol”. Giocatore d’azzardo, uomo di mondo spericolato, dissipatore della sua, peraltro pericolante, fortuna, sir John Suckling dovette esiliare in Francia, a Parigi, dove, a 33 anni, nel 1642, si diede la morte con il veleno.